Laboratorio Uovo d'albero | Biennale 2022
Laboratorio Uovo d'albero | Biennale 2022
Sabato 8 ottobre
Villa Saroli, Viale S. Franscini 9, Lugano
Nell'ambito della Biennale svizzera del territorio 2022
Uovo d'albero
Sabato 8 ottobre 2022, 14:30 – 17:00
a cura di Gaël Glaudel / Landscape First
Per bambini/e dai 6 agli 11 anni
La Land Art, l’arte ambientale e l’arte ambientata forniscono lo spunto per lo sviluppo e la realizzazione di un piccolo progetto artistico legato alla natura e al tema della Biennale. Materiali ecologici, facili da assemblare in piena sicurezza, saranno il supporto fisico per incanalare la fantasia e la creatività.
PARTECIPAZIONE GRATUITA. Iscrizioni e informazioni a kids@i2a.ch o telefonando allo 091 996 13 87
All'interno del programma di attività della Biennale svizzera del territorio
Il laboratorio vuole proporre la realizzazione insieme ai bambini di un’installazione d’arte ambientale che affronti in modo giocoso il tema proposto dalla Biennale. L’idea è quella di giocare con i concetti di (non) finito e infinito. Questi, in un certo senso, sono similari. Il (non) finito ha un inizio ma non un termine, è incompiutezza nella sua accezione positiva di “disponibile ad ulteriori evoluzioni”. Anche l’infinito non ha un termine, e nemmeno un inizio. Entrambi non finiscono, o perlomeno non sono esplicitabili nella loro completezza. Spiegare ad un bambino l’infinto non è semplice. Ci si può riuscire adottando quell’immagine classica dell’uovo e della gallina. Chi è nato prima? Ciclicità continua. Allo stesso modo possiamo estendere al mondo vegetale quest’idea. Chi è nato prima, la ghianda o la quercia? Unendo queste due immagini cicliche, otteniamo un “Uovo d’Albero”. Si tratta di una struttura a forma d’uovo, realizzata con rami, spago e salice da intreccio, che al suo interno conterrà una pietra ed una piccola piante di quercia rossa. La struttura esterna simboleggia il guscio d’uovo, la pietra un seme (o un tuorlo vegetale), e la pianta sarà l’albero che andrà con il tempo a rompere il guscio. La struttura esterna è un (non) finito, permeabile alla luce, all’aria e alla pioggia, ma anche agli sguardi dei visitatori. Un guscio che protegge ma permette il passaggio. Il pensiero va all’opera di Joseph Beuys e alle sue 700 Querce. L’opera, arte ambientale che diventa fluxus, si svincola dall’artista e da chi la realizza, proseguendo indeterminatamente fino a che l’ultima delle querce avrà vita. Così, la pianta nata dall’Uovo d’Albero, proseguirà potenzialmente il suo corso verso un teorico infinito. Dal (non) finito all’infinito, un ricorso di sé medesima. L’installazione è facilmente assemblabile da bambini dai 5 anni in su, non dovendo utilizzare strumentazioni o materiali pericolosi. Tutti i materiali utilizzati sono ecologici e biodegradabili al 100%.
Foto: Gaël Glaudel
Con il supporto della Beishein Stiftung e all’interno del circuito delle Bildschulen svizzere.
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